cuori infranti

4 Giugno 2020

Me l’avete chiesto in molti e allora ho deciso di renderlo pubblico sul blog, a distanza di qualche giorno dall’uscita in edicola: ecco l’articolo pubblicato sul “Corriere del Veneto” (inserto “Corriere della Sera”) in data 30 maggio 2020.
Buona lettura e buone riflessioni!

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Se prima di questa pandemia amare era già un atto coraggioso, nel dopo lo sarà ancora di più.
Come cambieranno i rapporti sentimentali in questa nuova fase della nostra vita? È una domanda che mi sono posta, ascoltando la voce dei miei lettori.
C’è Silvia, 26 anni, che mi racconta: “L’ho salutato a inizio marzo, a Venezia. Lui era qui per fare l’Erasmus, ci siamo innamorati, ma è tornato in Spagna. Ci siamo promessi di ritrovarci il prima possibile, ma so che non accadrà. Ho paura di non riuscire a innamorarmi mai più.”
Poi c’è Veronica, 45 anni: “Volevo lasciare mio marito, tra noi era finita da un pezzo, poi è arrivata la convivenza forzata e nulla mi è mai sembrato tanto difficile.”
E infine c’è Paolo, 49 anni: “L’ho lasciata prima del lockdown e ho fatto un errore. Per quanto dovrò restare solo, adesso?”

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Potrei andare avanti, dato che ogni giorno dai lettori mi arrivano decine di racconti di questo tenore: racconti veri e non frutto dell’immaginazione come i miei romanzi.
Il sentimento più diffuso che capto da queste voci è la paura.
Chi è solo ha paura di rimanerci per sempre. Chi è in coppia ha paura di scoppiare. Chi ha fatto in tempo a fidanzarsi prima della pandemia ha paura che la storia sia già finita.
Questo virus ci ha costretto a cambiare mappa mentale in tutti i campi della vita, anche in amore.
Non penso, però, che in Italia succederà quello che sta accadendo in Cina, dove si stanno moltiplicando i divorzi. Non scoppieremo tutti. Il talento della famiglia borghese è quello di restare unita, di essere il tessuto economico e sociale del Paese: resteremo insieme perché è l’Italia stessa a chiedercelo. Insomma, tutto rimarrà più o meno uguale per gli accasati.

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E per i single, cosa accadrà? Si affideranno totalmente al potere dello “stare connessi” e delle app?
La tecnologia da parecchio tempo ha modificato il nostro modo di rapportarsi agli altri: ci si corteggiava tramite le app come Tinder molto prima del Covid-19. Forse questo periodo di distanziamento obbligatorio ha semplicemente ufficializzato una tendenza che era già viva e diffusa.
L’esito auspicabile e naturale di una conoscenza via chat era l’incontro dal vivo: dopo un fitto scambio di messaggi dal divano di casa, ci si dava appuntamento e, in quel caso, tutto poteva succedere, dal caffè al bar fino all’incontro ravvicinato tra le lenzuola. Ora, che cosa potranno aspettarsi i single nella fase post pandemia?

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Il sesso è stato sicuramente il grande escluso della quarantena. Forse gli abbiamo semplicemente dato il posto che si merita, un posto secondario, dopo averlo così tanto mitizzato e osannato fino a innalzarlo al rango di bisogno primario. Abbiamo capito che si può vivere benissimo anche senza, per un po’.
Ciò a cui invece non possiamo rinunciare è aggrapparci all’idea dell’amore. Perché, pensateci bene, alla fine tutti vogliono unicamente questo: essere amati.

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Ma come ameremo dopo questa pandemia? Ora che gradualmente dinnanzi a noi si sta di nuovo aprendo la possibilità di amare, saremo pronti o avremo più paura di prima?
La libertà della Fase 2 espone al rischio e mette paura. Le distanze fisiche, che siamo chiamati a mantenere, alimentano le distanze mentali e le paure inconsce.
C’è Roberta, insegnante, 38 anni, che mi scrive: “Lo vedrò la prossima settimana: è il nostro primo appuntamento dal vivo. Devo indossare la mascherina per tutto il tempo? E se poi arriva un momento in cui ci verrà voglia di sfiorarci, di baciarci… ho l’ansia!”

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Come possiamo superare tutto ciò?
Purtroppo non esiste (per ora) un Ministero dell’Amore pronto a varare un piano salvavita e a erogare bonus di consolazione per cuori infranti. Sta a noi ricostruire il tessuto sentimentale che si è sfaldato in questi mesi.
Ho l’impressione che tanto dipenderà dalla fiducia che riusciremo a provare di nuovo verso gli altri, abituandoci a scoprire chi c’è davvero dietro alle mascherine e a guardare ancora di più dentro l’anima delle persone.

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Forse in amore dobbiamo semplicemente accogliere l’incertezza di questo momento, senza tentare di combatterla, ma avendo fiducia nelle possibilità del destino. Come se stessimo giocando una partita a carte e a un tratto dal mazzo pescassimo un 7 di Cuori, la carta della seconda possibilità.
È l’occasione che si ripresenta, l’opportunità di riprenderci con pazienza e coraggio qualcosa che abbiamo lasciato per strada: il bonus per i cuori infranti.

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“Corriere del Veneto”, inserto “Corriere della Sera”, 30 maggio 2020

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